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Il PEI e le sue funzioni alla luce del progetto di vita

Il PEI (Piano educativo individualizzato) è un documento didattico redatto, ai sensi del comma 5 art. 12 L. n. 104 del 1992, dagli operatori sanitari individuati dalla ASL e dal personale insegnante curricolare e di sostegno della scuola e, ove presente, con la partecipazione dell’insegnante operatore psico-pedagogico, in collaborazione con i genitori o gli esercenti la potestà parentale dell’alunno.

Il PEI tiene presenti i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, nonché le forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche, di cui alla lettera a) comma 1 dell’art. 13 della legge n. 104 del 1992.

In base al nuovo corso indicato dal decreto legislativo 7 agosto 2019, n. 96 (Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità), il piano educativo individualizzato è stato modificato nella sua forma, e nelle prossime compilazioni dovrà seguire alcuni parametri differenti rispetto al passato.

Il fattore determinante nella sua nuova compilazione è il fatto che verrà adottato l’approccio bio psico sociale dell’ICF, che indaga interfacciandosi con l’ICDIH gli aspetti funzionali dell’alunno con disabilità, fornendo le modalità per descrivere l’impatto dei fattori ambientali/contestuali in termini di facilitatori o di barriere, rispetto alle attività ed alla partecipazione dell’alunno che ad una determinata “condizione di salute”.

Sostanzialmente con l’ICF avviene un ribaltamento della prospettiva sulla disabilità: ovvero l’uso dell’ICF-CY in ambito educativo, pertanto, si sofferma proprio sul contesto in cui si muove lo studente disabile a scuola.

L’ICF nell’ambito scolastico ci permette di andare incontro in modo più preciso e coerente ai bisogni degli alunni valorizzando soprattutto le capacità, abilità, che caratterizzano ciascun alunno.

Il PEI ha durata annuale  con riferimento agli obiettivi educativi e didattici nonché agli strumenti ed alle strategie da adottare per realizzare un ambiente di apprendimento che promuova l’efficace traduzione delle potenzialità degli alunni con disabilità in reali competenze. Garantisce inoltre il rispetto e l’adempimento delle norme relative al diritto allo studio degli alunni con disabilità, esplicita, nel contempo:

  • le modalità di sostegno didattico, compresa la proposta del numero di ore di sostegno alla classe;
  • le modalità di verifica, i criteri di valutazione, gli interventi di inclusione svolti dal personale docente nell’ambito della classe e in progetti specifici;
  • la valutazione in relazione alla programmazione individualizzata;
  • gli interventi di assistenza igienica e di base, svolti dal personale ausiliario nell’ambito del plesso scolastico;
  • la proposta delle risorse professionali da destinare all’assistenza, all’autonomia e alla comunicazione, secondo le modalità attuative e gli standard qualitativi previsti dall’Accordo di cui all’articolo 3, comma 5-bis, del decreto legislativo 66/2017.

 

Il nuovo PEI viene inteso anche come  progetto di vita, poiché al suo interno include la scelta di obiettivi orientati il più possibile alla vita adulta. In altre parole, partendo dai domini della qualità della vita ne estrapola le competenze da potenziare a scuola sia in situazioni di disabilità sia in assenza di esse. Ad esempio le competenze legate all’autodeterminazione, alla libera scelta, alla gestione consapevole della propria salute, alla creazione e al mantenimento di una buona rete sociale e comunitaria, all’arricchimento personale, alla conoscenza dei propri diritti, all’accettazione e alla conoscenza di sé stessi ecc.

Il progetto di vita, inoltre assume rilevanza se è in grado di sviluppare nello studente un percorso identitario autonomo. Lo studente con bisogni educativi speciali che incontra difficoltà nel compiere scelte consapevoli, deve essere costantemente supportato affinché il suo diritto di autodeterminazione si concretizzi nello spazio e nel tempo educativo e orienti il Progetto di Vita.

Dal punto di vista relazionale, invece il progetto di vita dell’alunno disabile è rappresentato dalla rete di alleanze e di mediazioni tra la pluralità di agenzie che, in una visione sistemica, co-partecipano alla presa in carico del soggetto stesso. In questo caso si verrà a configurare una corresponsabilità e una coeducazione condivisa tra le persone e i luoghi: la scuola, la famiglia e i servizi offerti dalla comunità di appartenenza. Una coeducazione che mira a co-costruire un progetto di vita in comune, il cui fulcro è l’alunno disabile e la cui finalità è una linea di azione sinergica in grado di offrire quelle opportunità di vita e di tirar fuori le potenzialità anche nascoste dello studente.

Il Progetto di vita avrà sempre come obiettivi: autodeterminazione e autorappresentazione, allo scopo  di raggiungere la costruzione di una personalità che, pur nelle sue differenze, potremo definire adulta, ovvero una persona che ha sviluppato un’identità autonoma con una buona stabilità, la cui individuazione rispetto alle figure parentali di riferimento può dirsi completata, quando riesce a progettare per sé stessa un futuro e a dar seguito ad azioni per realizzarlo.

Per riuscire a raggiungere questi obiettivi bisognerà progettare percorsi che possano veramente essere realizzati, progetti che siano continuamente verificati nelle pratiche didattiche, nelle risorse, nell’impegno responsabile che oltre l’insegnante (per la scuola) coinvolga un team di professionisti (Asl; Enti territoriali) e tutte quelle figure che in diversi contesti fanno parte della vita della persona disabile.

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